Calcestruzzi sostenibili per il Waterfront di Genova

Waterfront di Levante è l’ambizioso progetto che segna una svolta epocale per Genova, sia per la grandezza dell’intervento sia per la riqualificazione dell’area dell’ex fiera. L’obiettivo del suo progettista Renzo Piano è far tornare il mare protagonista creando spazi per verde, uffici, attività commerciali e modernissime residenze. Alla Calcestruzzi Spa è affidato il fondamentale ruolo di fornire i materiali che consentano al costruttore CDS Holding di rispettare le rigorose normative ambientali alla base del progetto. 


“Un innovativo intervento di rigenerazione urbana capace di trasformarsi in un nuovo polo di attrazione della città”. Poche parole per descrivere quello che a tutti gli effetti è il più importante intervento urbanistico a Genova degli ultimi 40 anni. Waterfront di Levante è l’avveniristico progetto firmato Renzo Piano Bulding Workshop che rivoluziona l’immagine della città e offre un nuovo stile di vita, realizzato secondo criteri costruttivi ecosostenibili sviluppati in base all’approccio NZEB (Nearly Zero Energy Building), così la progettazione si sviluppa intorno alla sinergia delle componenti naturali che caratterizzano il litorale marino.
Genova accoglie la nuova ‘vision’ di Renzo Piano con l’obiettivo di ridisegnare il ‘waterfront’ urbano, per “riportare il mare nella città, con una nuova marina e canali che permettano di fruire della presenza dell’acqua”. Un esclusivo progetto residenziale, che sorge nelle aree della Fiera del Mare, i cui concetti chiave ruotano attorno al rispetto per l’ambiente e alla salute dei suoi abitanti. Sopra una grande isola, costruita sul mare, affiorano i maestosi edifici a forma di scafo, come navi pronte a salpare, con una sensazione di leggerezza data dalla trasparenza delle grandi pareti vetrate che offrono una vista mozzafiato sul panorama circostante. 

Il progettista: Renzo Piano
Renzo Piano è l’ideatore del master plan del Waterfront di Levante che ha definito “un’utopia realizzabile”. “Stiamo realizzando uno spazio da vivere a impatto zero - ha ricordato il grande architetto -. Questo progetto punta sull’urbanità del luogo che si ottiene vivendolo. Ci saranno persone che vi lavoreranno e abiteranno qui e questo è molto importante perché l’urbanità è legato a un mix di funzioni che deve far vivere l’area 24 ore al giorno”. Da qui derivano la cura e l’attenzione per l’ambiente, la progettazione secondo l’approccio NZEB e la prima certificazione LEED di tutta la Liguria per rispettare la biodiversità del luogo. 
Renzo Piano non ha bisogno di presentazioni, per lui parlano le sue realizzazioni: dal Centre Pompidou e il Nuovo Palazzo di Giustizia a Parigi ad altri importanti interventi a Genova, sua città natale, come la ristrutturazione del Porto Antico e, più recentemente, il Ponte di San Giorgio, solo per citarne alcune di una lunga serie. Non meno corposa è la lista dei tanti titoli e premi di cui è stato insignito, per tutti la nomina a Senatore a vita voluta dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. 
In un’intervista a Primocanale Renzo Piano presentava così il progetto del Waterfront di Levante: “Lavorare con l’acqua porta qualche cosa di particolare: l’acqua rende le cose belle. L’ho sempre pensato, tutto si riflette nell’acqua. Un porto è una città in movimento e l’acqua rende tutto più fluido e piacevole. L’acqua deve arrivare dove può arrivare e il resto lo fa la natura. Poi tra Porto Antico e Levante ci sarà una connessione. Qui ci vuole la vita e la vita si porta quando c’è un mix di funzioni: negozi, ristoranti, residenze e ci sono i giovani. Genova è stupenda e anche attraente dal punto di vista residenziale. Ci saranno start-up di giovani anche studentati, attività terziarie. Una idea di Genova città di verde, con l’aria pulita, molto più pulita di altre città italiane. Creare un luogo che non è come il Porto Antico, perché qui ci si abiterà, con un mix funzionale e attività legate alla nautica. Il linguaggio deve essere poetico, i volumi quasi volano sul terreno perché cresce il senso di trasparenza. A cominciare dai materiali: il metallo, i tessili che vibrano e si muovono col vento. Saranno edifici che catturano l’energia solare e a basso consumo energetico. Insomma un’architettura d’acqua e dietro il grande muro di Genova che regge corso Aurelio Saffi, il limite della Genova di pietra, continua con una Genova più leggera e marina. Poi c’è il grande edifico della Fiera che è una forte presenza, ma sarà attorniata e accompagnata da altri edifici con i piedi in acqua. Acqua che arriva e si insinua tra le mura e la Fiera. Ci sarà un ponte levatoio e altri ponti di collegamento con questa isola. Un complesso articolato nel quale la forza è soprattutto l’acqua”.

Un nuovo quartiere per Genova
Waterfront di Levante nasce dall’idea di trasformazione urbana dell’architetto Renzo Piano che ha immaginato la creazione di un nuovo quartiere in quest’area donando il master plan alla città. La sua realizzazione è stata affidata a CDS Holding, realtà leader in Italia nello sviluppo Real Estate, che ha vinto il bando di gara e guida la cordata insieme a Orion European Reale Estate Found V. Il progetto prevede quattro lotti di circa 70 mila mq per un investimento che ammonta a 350 milioni di euro, a tutto questo si aggiunge l’intervento dell’amministrazione comunale che sta creando due canali tra loro perpendicolari e che daranno vita a una vera e propria isola tra il Palasport e il Padiglione Blu di Jean Nouvel. A proposito del Palasport, un luogo nel cuore dei genovesi che ha ospitato grandi eventi sportivi e musicali, è previsto che rinascerà a nuova vita con tre anelli dedicati a ristorazione e servizi commerciali e un’impronta da moderna arena sportiva che si rifà ai più importanti esempi a livello europeo e mondiale.

Il secondo lotto, ospiterà invece gli ‘Scafi’, le moderne residenze che ricordano due navi trasparenti che si riempiono di luce e sembrano volare sul pelo dell’acqua. Saranno i primi edifici certificati LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) di tutta la Liguria, dotati delle soluzioni più innovative dell’abitare, come palestre condominiali, spazi per lo smart working, per incontrarsi e per i bambini. Subito dietro di edifici sta per nascere un giardino di circa 16 mila mq e lo sguardo orientato al green si rivela anche nell’attenzione rivolta al risparmio energetico tenendo presente che, oltre ai pannelli fotovoltaici e all’utilizzo di tutte le più moderne tecnologie, Waterfront sarà servito da un sistema caldo/freddo thalassotermico gestito con acqua di mare: sarà l’impianto di questo tipo più grande d’Italia. 

Circa 200 gli appartamenti a disposizione che hanno riscosso grande interesse: infatti in sei mesi, affermano in CDS Holding, sono stati firmati preliminari per circa il 70% e a settembre, al Salone Nautico, sarà presentato il terzo lotto con l’obiettivo di creare un nuovo quartiere multifunzione vivo per tutto l’arco della giornata. Il termine dei lavori è previsto per la fine del 2024.

Il ruolo di Calcestruzzi 
Come si è potuto evincere dalla presentazione del progetto Waterfront di Levante, uno dei requisiti fondamentali è il rigoroso rispetto delle normative relative all’impatto ambientale, dalla progettazione secondo l’approccio NZEB alla certificazione LEED. 
Per rispettarle si è resa necessaria un’attenta selezione dei materiali impiegati: un imperativo che non ha costituito un particolare problema per Calcestruzzi Spa che ha potuto partecipare alla gara per l’assegnazione dei lotti di fornitura forte di prodotti che già all’origine rientravano nella casistica richiesta. 
“Fondamentalmente la richiesta della Committenza prevede dei calcestruzzi confezionati con un contenuto minimo di materiale riciclato al 7 % - spiega Fabio Russo, Responsabile Servizio Tecnologico Direzione Operativa Area Nord Ovest di Calcestruzzi Spa - Tale requisito, grazie alle particolari caratteristiche dei cementi TERMOCEM GREEN III/A 42,5 N e TERMOCEM GREEN III/A 32,5 N - LH, prodotti ad elevato tenore di materiale riciclato (> 40%) oltre ad un basso livello di CO2 (500 kg/t), è stato rispettato senza dover ricorrere all’utilizzo di ulteriori materie prime seconde. 
Le miscele di calcestruzzo fin qui fornite fanno parte della nostra gamma ECOBUILD, nella fattispecie sono appartenenti alla linea ECO TM (TM è l’acronimo di Taylor made, ndr). Tutte le miscele sono state progettate per soddisfare, oltre che i requisiti meccanici e di sostenibilità, il particolare campo di applicazione come, per esempio, le forniture di i.flow pali ECOTM Rck 40 e 45 MPa, necessarie per la realizzazione dei pali di fondazione ad elica continua o, per citarne altri, il prodotto i.flow vista Rck 40 ideato per soluzioni ad elevata resa estetica. A questi si aggiungono i vari prodotti i.tech structura Rck 50 e 55 e 40 MPa, quest’ultimo concepito con cemento LH (Low Heat) per contenere il gradiente termico della miscela. Valore anch’esso imposto dal Progettista.

Le varie miscele, a seconda del loro utilizzo, sono state progettate con differenti classi di esposizione, per lo più di contrasto all’azione dei sali di origine marina (XS) per le strutture esposte verso il mare, mentre per le opere interne sono state formulate in classe di esposizione XC di contrasto ai fenomeni di corrosione indotti dalla carbonatazione per l’anidride carbonica presente nell’atmosfera. 
Ulteriore aspetto sfidante sono le tempistiche del cantiere abbastanza ristrette che comportano delle penali importanti qualora non fossero rispettate”. 

“Forniture e tempistiche che stiamo rispettando senza mai incorrere in sanzioni, ma anzi facendoci parte attiva nella soluzione di problemi logistici e tecnici che potevano nascere nell’esecuzione dei lavori - interviene Gabriele Di Termini, il Commerciale di Calcestruzzi che ha seguito direttamente il cantiere - Per esempio, per la gettata degli ultimi piani delle residenze si è reso necessario impiegare una pompa carrata di 70 m, in Europa ne esistono pochissimi esemplari ed è stata nostra cura trovarla. Ma, come facile immaginare, sono stati numerosi i piccoli e grandi problemi che si possono incontrare in un cantiere così eterogeno: infatti, il palazzo dello sport ha esigenze diverse dalle residenze e per ogni singolo intervento si sono dovute studiare delle soluzioni che rispettassero un quadro economico/qualitativo da cui non si poteva prescindere, ma sempre nel rispetto dei tempi di lavorazione che, come detto, sono decisamente serrati. Con l’obiettivo di avere sempre e comunque una qualità di prodotto finito molto elevata, ci siamo dovuti confrontare in continuazione con le esigenze del cantiere: dalla gestione dei getti per una omogeneità dei vari elementi pur nella diversità delle loro funzioni, alle opere di fondazione su roccia e alle gettate dei solai fuori terra”.  

I prodotti utilizzati
i.pro TERMOCEM GREEN 42,5 N CEM III/A 42,5 N e i.pro TERMOCEM GREEN 32,5 N-LH CEM III/A 32,5 N sono i due cementi di altoforno utilizzati, entrambi caratterizzati da un contenuto di materiale di riciclo pre-consumo superiore al 30% e prodotti con emissioni di CO2 (Core Processes) inferiori a 550 kg/t, contro un dato di oltre 750 kg/t per un CEM I. La loro composizione contiene, conformemente a quanto previsto dalla norma EN 197-1 (composizione riferita quindi al nucleo del cemento con esclusione del solfato di calcio e degli additivi), il 35-64% di clinker, 36-65% di loppa granulata di altoforno e 0-5% di costituenti minori. 
È importante ricordare che i cementi della Linea GREEN Italcementi sono prodotti sostenibili perché comportano minor consumo di risorse non rinnovabili e di territorio, un minor effetto serra legato alla loro produzione perché riducono la necessità di materiale da escavazione, utilizzano come costituenti materiali di riciclo pre o post-consumo che altrimenti sarebbero conferiti in discarica e quindi riducono anche le emissioni di CO2. Infatti la Products Stewardship Italcementi definisce leganti GREEN i prodotti che soddisfano contemporaneamente vari requisiti come le emissioni di CO2 (Core processes) inferiori a 550 kg/t e l’utilizzo di almeno il 30% di materiale di riciclo proveniente da pre o post-consumo. 

Il contenuto di loppa granulata di altoforno (36-65%), materiale di riciclo di pre-consumo proveniente dagli altoforni di lavorazione del minerale ferroso, contribuisce a conferire al calcestruzzo una resistenza agli ambienti moderatamente aggressivi (presenza di cloruri, acque moderatamente solfatiche e dilavanti, contatto con gliceridi). Il ridotto calore di idratazione, in relazione alla classe di resistenza, facilità l’esecuzione di getti in calcestruzzo di elevato spessore riducendo il rischio di fessurazioni termiche. Ecco perché i.pro TERMOCEM GREEN 42,5 N e 32,5 N-LH contribuiscono al rispetto dei criteri nei sistemi di certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e CAM (Criteri Ambientali Minimi) e punteggi prestazionali nelle analisi multicriteri per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici secondo il protocollo ITACA (Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale). 

Posizione

Piazzale Giuseppe de Andrè
16129 Genova (Italia)
eco.build

VIDEO - Nasce eco.build la gamma di cementi sostenibili

Scopri di più

5_Rendering aerial da Ponente.jpg.

6_Rendering aerial levante.jpg.

18_Foto cantiere Lotto 3+Palasport.jpg.

2_Masterplan GWL.jpg.